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MAR Positano (Museo Archeologico Romano) Santa Maria Assunta
Il Museo Archeologico Romano di Positano, inaugurato il 18 luglio 2018, è un sito archeologico musealizzato. Il complesso ipogeo è suddiviso in due cripte e un ambiente della villa romana. Le pareti della stanza affrescata di epoca imperiale costituiscono l’unico esempio di pittura parietale delle ville romane in Costiera Amalfitana. I colori particolarmente brillanti sono una peculiarità del sito. Sono previste ulteriori indagini archeologiche, finalizzate al recupero di altre sale del complesso.
Chiesa di Santa Maria Assunta (Parrocchia)
La storia della chiesa di Santa Maria Assunta è legata all’Abbazia benedettina di Santa Maria che, secondo la tradizione fu eretta in seguito all’arrivo dell’icona bizantina della Madonna Nera, oggi collocata sull'altare principale. L’aspetto attuale risale ai lavori compiuti tra il 1777 e il 1782, e ai restauri degli stucchi e delle dorature eseguiti il secolo successivo. Altri lavori importanti si datano al 1982 per adeguarsi alle esigenze della riforma liturgica del Concilio Vaticano II.
Il sagrato è delimitato a nord dal campanile e a est dalla nuova facciata della chiesa in marmo. La torre campanaria fu riedificata nel 1707 ad opera di uno sconosciuto frate cappuccino ricordato in un frammento di lapide (attualmente murata sulla parete esterna della chiesa, lungo Via Rampa Teglia). Al disopra della porta è incastonato un bassorilievo di epoca medioevale raffigurante una pistrice e sopra di esso una lapide posta nel 1902 a ricordo del positanese Flavio Gioia, leggendario inventore della bussola, che dà il nome alla piazza. Grazie al fascino della Chiesa Santa Maria Assunta molti giovani coppie scelgono Positano come luogo per celebrare le nuove nozze.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Chiesa Nuova)
Situata nella zona alta del paese, la Chiesa Nuova domina il quartiere che prende il suo nome. Non si conoscono le origini ma è noto che fu ricostruita su una precedente Cappella del XI sec., forse dedicata al SS. Sacramento. Le sue caratteristiche distintive attuali come la sua forma ellittica, la copertura a cupola, gli ampi finestroni, che permettono un'illuminazione naturale, nonché il pregiato pavimento in maiolica con decorazione fitomorfa, risalgono ai restauri del ‘700. Rappresenta uno dei principali monumenti del periodo barocco realizzati a Positano e in Costiera. In questa Chiesa si festeggia solennemente la Madonna delle Grazie, la prima domenica di luglio.
Chiesa di Santa Margherita (Fornillo)
La piccola cappella è stata edificata per volere della Famiglia Porcelli, come indica un’epigrafe in marmo ancora visibile sul lato destro della facciata. La pianta è quadrangolare e la copertura è a volta a botte lunettata, decorata con dischi in maiolica con croci. Il pavimento ben conservato è di maiolica con motivi floreali, in alcuni tratti interrotto dalla botola per l’accesso alla terra santa e da due lapidi. Sull’ingresso vi è la cantoria con l’organo e la santa patrona si festeggia il 20 luglio.
Chiesa di Santa Caterina (Punta Reginella-Fornillo)
La chiesa è stata ricostruita a cura degli abitanti del rione in seguito alla sua demolizione, avvenuta a causa della costruzione di Via Pasitea, negli anni trenta. Si discosta dalle altre chiese del paese poiché si ispira allo stile neogotico. Presenta una copertura ad archi acuti incrociati e conserva ancora gli originali altari Settecenteschi in ricchi marmi policromi. La cappella, dedicata a S. Caterina d’Alessandria Vergine e Martire, che si festeggia il 25 Novembre, fu eretta anticamente da mercanti marittimi che commerciavano in tutto il bacino del Mediterraneo, fu restaurata dalla famiglia Cinque.
Chiesa di San Giacomo (Liparlati)
La chiesetta è visibile dal centro storico per il suo campanile terminante con guglia a cipolla maiolicata, che l’ha resa protagonista in diversi dipinti raffiguranti Positano. Fondata dalla Famiglia Parrata, presenta una sola navata con copertura a volta lunettata e quattro oblò che permettono di lasciar entrare la luce esterna. Il pavimento Settecentesco, consunto dal tempo riportata i simboli dei pellegrini che si recavano a Santiago de Compostela: il bordone col nodo al centro, la conchiglia e la mantella. L´Apostolo si festeggia solennemente il 25 Luglio, con la suggestiva processione attraverso le stradine del rione.
Chiesa del SS. Rosario (Mulini)
La Chiesa della Madonna del Rosario, situata in Piazza dei Mulini, è priva di campanile e ha un’origine molto antica. Fu parte del complesso domenicano fondato nel 1614, soppresso nel 1652 da papa Clemente X. Così la chiesa, spogliata di gran parte dei suoi tesori, fu trasformata in tribunale. In seguito, restituita al culto, divenne sede della congrega del SS. Rosario. Dopo il crollo della Sacrestia a causa del terremoto del 1980, la Chiesa è stata ancora una volta interdetta al culto e finalmente riaperta nel 2006. Si compone di un'unica navata rettangolare con volta a botte. Il portale in tufo è riccamente scolpito e sulla sommità è collocata una finestra in vetri policromi di moderna fattura raffigurante "l´Annunciazione". All’interno vi sono alcune lapidi sepolcrali e, nella zona presbiteriale, conserva un sarcofago romano di incerta provenienza, raffigurante un corteo danzante. Al centro dell´altare, in una nicchia, è custodita la statua ottocentesca della Madonna del Rosario, che si festeggia solennemente il 7 Ottobre.
Chiesa di San Giovanni (Via San Giovanni)
Citata dalle fonti come “S. Giovanni de Pastinielloseu trabucco” è una piccola chiesa costruita tra le scale. Al suo interno è possibile ammirare un dipinto raffigurante il “Battesimo di Cristo”, recentemente restaurato, e l’originale altare in stucco, un tempo coperto da un altro realizzato in marmi policromi con motivi vegetali ed al centro culminante con la figura stante di S. Antonio di Padova. La dedicazione a S. Giovanni Battista, il pavimento decorato con la rosa dei venti ed il particolare paliotto, inducono a credere che, in origine, detta chiesa sia stata fondata dall’Ordine degli Ospedalieri, fondato da fra Gerardo Sasso di Scala, divenuto poi Sovrano Ordine Militare di Malta, che aveva come protettore S. Giovanni Battista, cui dedicarono molte chiese. Sulla parete frontale della sacrestia è murata una antica urna cineraria, adibita in passato a lavacro. Vi è rappresentata la deposizione di un giovane, che potrebbe anche essere la trasposizione del Cristo, retto da due figure maschili. In questa Cappella si celebrano il triduo e la solennità della Natività di S. Giovanni Battista, il 24 giugno, e la memoria del martirio del Precursore, il 29 agosto.
Chiesa di San Matteo (Via Monte)
La Chiesetta di San Matteo si inserisce così armoniosamente tra le case del contesto edificato che si fa quasi fatica a riconoscerla, soprattutto per le sue piccole dimensioni e la semplicità della facciata esterna, priva di elementi decorativi. Non si conosce l’epoca della sua fondazione, ma è attestata come una delle chiese più antiche di Positano. La prima notizia risalirebbe al 1671, quando la chiesa era beneficio del vescovo di Lacedonia, Mons. Girolamo Campanile. Le pareti sono ornate con stucchi a rilievo e lesene. Da una prima lettura delle forme architettoniche prevalenti si può dedurre che i lavori di restauro furono eseguiti dagli stessi artisti, decoratori e maestranze che operarono a Positano nello stesso periodo. Analoghi particolari emergono nei tre angeli in stucco simili a quelli posti nella navata centrale della Chiesa dell’Assunta e della Chiesa di Santa Margherita.
Chiesa di San Pietro (Laurito)
La Cappella della frazione “Laurito”, dedicata a S. Pietro, fu edificata nell’800 da Filippo Talamo nella parte alta dopo il crollo della precedente più prossima alla spiaggia di Laurito. E´ a pianta rettangolare ad una sola navata. Caratteristico l’abside in vetro che lascia una splendida vista sul mare. Al di sopra dell´arco dell´abside un dipinto rappresenta l´Immacolata e S. Pietro con il caratteristico sfondo di Laurito. Sulle pareti laterali si ammirano i recenti affreschi di Passalacqua che rappresentano rispettivamente la pesca miracolosa e la consegna delle chiavi a S. Pietro. Spettacolare la festa in onore del Santo che si svolge ogni anno il 29 giugno.
Cimitero
Il cimitero di Positano è situato in una zona panoramica, nel quartiere Liparlati, sul medesimo costone roccioso su cui sorgono gli abitati di Montepertuso e Nocelle. Il luogo racchiude un fascino particolare: la stradina che conduce al monumento è punteggiata da ville nobiliari ottocentesche caratterizzate dalle pregevoli architetture e dal cimitero si ha un'ampia vista sull'intera Costiera Amalfitana e Penisola Sorrentina, fino a riuscire a scorgere, nelle giornate più limpide, i Faraglioni di Capri. L'ultima parte della via è denominata "Via Stefan Andres" in quanto lo scrittore, originario di Treviri, visse a Positano ed in particolare nel quartiere per un lungo periodo assieme alla sua famiglia. Al centro dell'area sorge una piccola cappella con volta a botte, dalle forme semplici e quasi del tutto priva di decorazioni. Le tombe sembrano riprendere la conformazione dell'insediamento positanese: sono disposte su più terrazze e composte da piccole casette bianche, dal tetto a doppio spiovente sormontato da una croce e, spesso, ospitano al loro interno un intero nucleo familiare. Molte sono le sepolture di personaggi stranieri che hanno vissuto a Positano e hanno scelto di rimanervi. Tra i personaggi più illustri si ricorda Essad Bey, scrittore dell'Azerbaijan, la cui deposizione è sormontata da una stele in marmo rivolta verso La Mecca, secondo il rito musulmano; Michail Semenoff, scrittore russo, sepolto assieme alla moglie Valeria Teja; Teodor Massine, padre di Leonide Massine celebre ballerino russo che abitò le isole Li Galli; Ivan Zagoruiko sulla cui lapide è riportata la sua frase preferita: "Come è bello il mondo di Dio"; Mechthild Andres, figlia dello scrittore tedesco Stephan Andres, morta a 9 anni, nel novembre del 1942, per malnutrizione e tifo.
Torri di guardia
Nel Bassomedievo, tutta la costa fu fortificata con torri di avvistamento che sfruttavano la morfologia del territorio. Positano vide la costruzione di alcuni apparati difensivi, ancora oggi visibili dal mare. La torre più antica è quella della Sponda, la quale presenta ancora la forma cilindrica originale, tipica del periodo angioino, e una base con le pareti a scarpata. È databile al XIII sec. quando Roberto d'Artois fortifica la sede della Badia di S. Maria. Collocata a ridosso del centro abitato, svolgeva funzioni di avvistamento. In epoca vicereale, la torre viene adeguata al nuovo sistema difensivo quindi si demolisce una parte della volta dell'ultimo livello per costruire una piazza scoperta sul fronte mare, e vengono aggiunte le tipiche troniere per l'uso di archibugi. Nel 1817 la torre ebbe una prima trasformazione per essere adibita ad abitazione. Attualmente è di proprietà privata.
Tra la spiaggia di Fornillo e la Marina Grande erge la torre Trasìta, le cui prime notizie risalgono all'epoca vicereale. Si tratta di una struttura circolare che aveva funzioni di torre di sbarramento. Nel 1817 fu messa in vendita e da quell'epoca è di proprietà privata, subendo negli ultimi anni diverse trasformazioni che ne hanno stravolto l'edificio.
Situata all'estremità della spiaggia omonima, la torre di Fornillo sorge su uno sperone roccioso a picco sul mare. È una torre di sbarramento realizzata nel periodo vicereale con una pianta che si adatta alla conformazione del territorio. Ormai rudere, nel 1909 fu acquistata dallo svizzero Gilbert Clavel, che l'ha ricostruita rispettando la particolare forma pentagonale.
La torre di Renzo ha funzione di sbarramento ed è appena visibile lungo la costa. Fa parte della rete di fortificazione volute nel periodo vicereale. Fu acquistata nel 1915 dallo scrittore russo Michail NikolaevičSemënov, che possedeva già il vicino mulino sulla spiaggia di Arienzo.
Infine, sull'arcipelago de' Li Galli, vi è una torre denominata del Gallo Lungo. La sua funzione è strategica, a controllo sia delle comunicazioni marittime sia della baia di Positano. La costruzione risale all'epoca angioina, quando Pasquale Celentano chiese il permesso di costruirla a sue spese. Nel 1922 Léonide Massine acquistò l'arcipelago, trasformando la costruzione in abitazione.
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