Vesuvio

Vesuvio
Scarica la brochure       Italiano     Inglese

Possibilità di escursioni con driver (anche auto scoperta) per tutte le destinazione più belle da visitare in Campania:

Vesuvio
Il Parco nazionale del Vesuvio ha realizzato nel corso del triennio 2001-2003 "La Sentieristica del Parco Nazionale del Vesuvio" costituita da 11 sentieri per una lunghezza complessiva di 54 Km di camminamento. Gli interventi hanno riguardato la mitigazione del rischio sui tracciati e l'allestimento degli stessi attraverso una segnaletica specifica per ciascun sentiero e una cartellonistica riportante le descrizioni delle principali emergenze naturalistiche, geologiche e storiche che si incontrano durante la passeggiata.

Sono state realizzate diverse tipologie di sentieri: sei sentieri natura circolari (n. 1,2,3,4,5 e 8), un sentiero educativo (n.9), un sentiero panoramico (n.6) e un sentiero agricolo (n.7).

Per la mitigazione del rischio sono stati realizzati interventi di stabilizzazione e interventi di consolidamento che hanno portato complessivamente alla costruzione di 584 mc di palificate vive a doppia parete, 845 mc di palificate vive a parete singola, 375 mq di grate vive, 1433 m di viminate, 180 mc di briglie in legame e pietrame, 2728 mc muretti a secco in pietrame vulcanico, oltre 5400 mq di semine ed inerbimenti.
costiera Sorrentina
La costiera sorrentina è il tratto di costa campana, situato a nord della penisola sorrentina, che si affaccia sul golfo di Napoli; è delimitato ad est da Sant'Agata sui Due Golfi, frazione di Massa Lubrense che funge da divisoria tra la costiera sorrentina e quella amalfitana e a nord-ovest da Castellammare di Stabia.

È un tratto di costa famoso in tutto il mondo per la sua bellezza naturalistica, paesaggistica e gastronomica, nonché sede di importanti insediamenti turistici. Il tratto prende il nome dalla città di Sorrento, la città più rilevante della zona e nucleo centrale della costiera. Alle spalle dalla costiera insistono i monti Lattari e subito dopo di essa vi è invece la costiera amalfitana. La costiera sorrentina è nota anche per alcuni prodotti tipici, come il limoncello, liquore ottenuto dai limoni della zona di Sorrento o Capri, che si affaccia dirimpetto a Massa Lubrense, il provolone del Monaco DOP, la mozzarella di bufala campana DOP e tanti altri prodotti tipici.

Sulla punta della costiera, infine, è presente l'area naturale Baia di Ieranto e l'area naturale marina protetta Punta Campanella.
Sorrento
La fondazione è tradizionalmente e leggendariamente attribuita agli antichi Greci, ma Sorrento ebbe come primi abitanti stanziali i popoli italici, a partire dagli Etruschi e poi, dal 420 a.C., importante fu l'influsso degli Osci. In età romana, Sorrento è ricordata per aver partecipato all'insurrezione degli Italici (90 a.C.); vi fu quindi dedotta da Silla una colonia, a cui seguì più tardi uno stanziamento di veterani di Ottaviano. Fu poi municipio della tribù Menenia. Fu sede vescovile almeno dal 420. Durante la crisi del dominio bizantino in Italia, la cittadina acquistò autonomia come ducato, prima sotto la supremazia dei duchi di Napoli, poi con arconti e duchi propri, sempre in lotta con Amalfi, Salerno ed i Saraceni. La storia di Sorrento si confonde con quella delle altre città campane; prese parte alle leghe anti musulmane; combatté i Longobardi di Benevento; conobbe lotte familiari tra i nobili locali.

Obbligato nel secolo IX da Guaimario ad accettare come proprio duca il fratello, Guido, il Ducato di Sorrento riprese la propria autonomia dopo la morte di quest'ultimo per poi perderla definitivamente nel 1137, assorbito nel nuovo regno dei Normanni. Sorrento seguì da allora le sorti del regno, non senza ribellioni e conflitti, specie all'inizio dell'età aragonese. Il 13 giugno 1558 fu presa e saccheggiata dai Turchi; nell'inverno del 1648 la città sostenne valorosamente l'assedio di Giovanni Grillo, generale del duca di Guisa.

Il centro storico mostra ancora il tracciato ortogonale delle strade di origine romana con cardi e decumani, mentre verso monte è circondato dalle mura cinquecentesche. Vi si trovano il duomo, riedificato nel XV secolo, con facciata neogotica, e la chiesa di San Francesco d'Assisi, con un notevole chiostrino trecentesco, con portico arabeggiante ad archi che s'intrecciano su pilastri ottagonali. Nel museo Correale di Terranova sono esposte collezioni di reperti greci e romani e di porcellane di Capodimonte, con una sezione dedicata alla pittura del XVII-XIX secolo; dal parco si gode inoltre una magnifica vista sul golfo. Presso la Punta del Capo, 3 km a ovest, si trovano resti romani ritenuti della villa di Pollio Felice (I secolo d.C.). Un'altra villa marittima è la "villa di Agrippa Postumo", fatta costruire dallo sfortunato nipote di Augusto.
Vico Equense
La chiesa della Santissima Annunziata è stata la cattedrale della diocesi di Vico Equense fino al 1818 quando è stata soppressa: eretta agli inizi del XIV secolo su un costone roccioso a strapiombo sul mare, è uno dei rarissimi esempi dell'architettura gotica, all'interno, della costiera sorrentina mentre la facciata è in stile barocco, ricostruita nel XVIII secolo; l'interno è suddiviso in tre navate e conserva tele di Giuseppe Bonito, Jacopo Cestaro e Francesco Palumbo e l'urna funeraria di Gaetano Filangieri.

Due sono i santuari sul territorio vicano: il santuario di Santa Maria del Toro fu costruito nel XVI secolo a seguito di diverse leggende e avvenimenti miracolosi attribuiti all'affresco della Vergine col bambino: restaurato all'inizio del XIX secolo, dopo essere stato utilizzato come stalla, il santuario è a unica navata e conserva una statua di Maria con Gesù bambino che stringe tra le mani un giglio d'argento, affreschi di Francesco Solimena ed altre numerose opere pittoriche.

Il santuario di San Michele Arcangelo si trova sul monte Faito, nei pressi del luogo in cui l'arcangelo Michele apparve ai santi eremiti Catello e Antonino: ricostruito più volte, l'attuale edificio è stato consacrato il 24 settembre 1950 e si presenta a navata unica in stile contemporaneo; ha un altare in legno, una statua di san Michele realizzata da Edoardo Rubino e due statue raffiguranti san Catello e sant'Antonino opera di Francesco Jerace;

l'originale statua in marmo di san Michele, famosa per il miracolo della sudorazione della manna, risalente al VI secolo, è conservata all'interno della concattedrale di Santissima Maria Assunta e San Catello a Castellammare di Stabia. La chiesa dei Santi Ciro e Giovanni è la principale della città: consacrata nel 1774, al suo intero viene venerato il patrono di Vico Equense, ossia san Ciro; ha croce latina, conserva una statua lignea dell'Immacolata, una tela raffigurante la deposizione, opera di Antonio Asturi e due busti reliquiari in argento, rispettivamente di san Ciro, risalente al XVII secolo e di san Giovanni, realizzato nel 2008. Caratteristica è la cappella di Santa Lucia, nella frazione di Massaquano, che conserva un ciclo di affreschi del tardo trecento di scuola giottesca: le raffigurazioni riguardano l'assunzione di Maria, scene della vita di santa Lucia e quelle di Gesù. Numerose poi sono altre chiese sparse per le varie frazioni della cittadina.
Massa Lubrense
La baia di Ieranto
L'area marina protetta di punta Campanella impedisce l'accesso alla baia di Ieranto a tutte le imbarcazioni a motore. Alla baia è possibile arrivare tramite un sentiero che parte da Nerano.

Parco Marino di Punta Campanella
Creato negli anni novanta per tutelare il patrimonio naturale della penisola.

La Marina della Lobra
È situata su un piccolo tratto della Penisola sorrentina e in particolare costituisce il piccolo porto del comune di Massa Lubrense. Essa prende il nome dall'antica chiesa sovrastante, dedicata alla Madonna della Lobra, protettrice del luogo. Il piccolo porto si presenta come un'insenatura naturale che ospita molteplici imbarcazioni da diporto e da pesca, nonché un Circolo Nautico dal 1973. Il luogo si caratterizza anche per le costruzioni, ancora in stile mediterraneo, che si armonizzano pienamente con il paesaggio circostante e richiamano alla semplicità della vita del borgo antico, ma che oggi ospitano numerosi villeggianti.

Scoglio del Vervece
Davanti il porto della Marina della Lobra, vi è un isolotto, detto il Vervece, dove a settembre ha luogo una cerimonia con celebrazione della Messa sullo scoglio cui assistono centinaia di imbarcazioni locali e non, con deposizione di corone di fiori sulla statua della Madonna collocata sul fondale a circa 11 m di profondità, nei pressi dello scoglio, in memoria di tutti gli scomparsi in mare, specialmente sommozzatori.
Costiera Amalfitana
La Costiera amalfitana è il tratto di costa campana, situato a sud della penisola sorrentina, che si affaccia sul golfo di Salerno; è delimitato a ovest da Positano e ad est da Vietri sul Mare. È un tratto di costa famoso in tutto il mondo per la sua bellezza naturalistica, sede di importanti insediamenti turistici. Considerato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, esso prende il nome dalla città di Amalfi, nucleo centrale della Costiera non solo geograficamente, ma anche storicamente.

Nell'antichità fece parte dell'Impero romano: a testimonianza di questo le molte ville della costa, tra cui la più importante si trova a Minori. Durante la guerra greco-gotica gli abitanti della costa si allearono con i Bizantini, i quali, alla fine della guerra, diedero loro maggiore autonomia dall'impero. Nell'839 Amalfi fu conquistata dal principato longobardo di Salerno, ma dopo pochi mesi si riunì di nuovo all'impero, ma di fatto diventò autonoma: così si formò la Repubblica di Amalfi, che nel X secolo divenne un ducato. Ebbe la massima espansione tra la fine del X secolo e l'inizio dell'XI, all'epoca del duca Mansone I. Conquistata dai Normanni nel 1136, la Costiera in seguito cadde in miseria, anche per le scorrerie di Pisa. La bellezza della costiera fu "scoperta" nell'Ottocento, durante il Grand Tour.

Le sue bellezze naturali ed i suoi paesaggi pittoreschi l'hanno resa, specialmente a partire dal secondo dopoguerra, una delle mete predilette del jet set mondiale, ragione che le è valsa il soprannome di "Divina Costiera". Tra le moltissime celebrità che negli anni hanno scelto la Costa d'Amalfi quale amata oasi di soggiorno, sono menzionabili: la first lady Jacqueline Kennedy, il re Vittorio Emanuele III di Savoia, l'imprenditore Gianni Agnelli, le attrici Grace Kelly, Greta Garbo e Sophia Loren, gli attori Leonardo DiCaprio e Tom Hanks, il ballerino Rudolf Nureyev, il cestista LeBron James.[1]. La costiera amalfitana è nota altresì per alcuni prodotti tipici, come il limoncello, liquore ottenuto dai limoni della zona (sfusato amalfitano), le alici e le conserve di pesce prodotte a Cetara, e le ceramiche realizzate e dipinte a mano a Vietri.
Amalfi
La sua fondazione viene fatta risalire ai Romani (il suo stemma reca la scritta Descendit ex patribus romanorum). A partire dal IX secolo, prima (in ordine cronologico) fra le repubbliche marinare, rivaleggiò con Pisa, Venezia e Genova per il controllo del Mar Mediterraneo.

Il Codice Marittimo di Amalfi, meglio noto col nome di Tavole amalfitane, ebbe una grande influenza fino al XVII secolo.

Amalfi raggiunse il proprio massimo splendore nell'XI secolo, dopodiché iniziò una rapida decadenza: nel 1131 fu conquistata dai Normanni di Ruggiero II d'Altavilla re di Sicilia e allora il suo dominio comprendeva, tra l'altro, i territori e castelli di Guallo, Trivento, Capri, Ravello, Scala, Fratta, Gerula e Pogerula (Alessandro di Telese, De rebus gestis Rogerii Siciliae regis. L. II, capp. VIII-XI). Nel 1135 e 1137 fu saccheggiata dai pisani e nel 1343, poi, una tempesta con conseguente maremoto distrusse gran parte della città.

Per tradizione, ogni anno un equipaggio di vogatori amalfitani partecipa alla Regata delle Antiche Repubbliche Marinare, sfidando gli armi delle città di Genova, Pisa e Venezia.

Per un errore di interpretazione di un testo latino, che riferiva invece che l'invenzione della bussola era attribuita dallo storico Flavio Biondo agli Amalfitani, il filologo Giambattista Pio sostenne che la bussola fosse stata inventata dall'amalfitano Flavio Gioia. Nel testo in questione (Amalphi in Campania veteri magnetis usus inventus a Flavio traditur), tuttavia, non bisogna intendere Flavio come l'inventore della bussola, ma solo come colui che ha riportato la notizia: appunto Flavio Biondo. Tuttavia i navigatori amalfitani potrebbero essere stati tra i primi ad usare quello strumento. "Un'antica tradizione amalfitana si riferisce, invece, ad un certo Giovanni Gioia quale inventore dello strumento marinaro".

Particolarmente fiorente nella storia della città e viva in due cartiere residue sulle molte presenti ed ormai in rovina, è l'industria cartaria, legata alla produzione della pregiata carta di Amalfi. In città infatti è possibile visitare il Museo della Carta di Amalfi.
Ravello
A Ravello vi sono ben 100 altari, di cui attualmente solo una quarantina consacrati.
I principali sono:
  • Duomo di Ravello: risale all'XI secolo ed è di grande interesse. Nella cappella seicentesca è custodita l'ampolla del sangue del santo patrono Pantaleone, che presenta l'annuale fenomeno della liquefazione. Al Duomo è annesso il Museo dell'Opera del Duomo con interessanti oggetti tra i quali il famoso busto di Sigilgaita Rufolo, opera di Nicola di Bartolomeo da Foggia.
  • Chiesa di Santa Maria delle Grazie: chiesa a pianta quadrangolare risalente all'XI secolo; contiene piccole tracce di affresco raffigurante la Vergine, l'Agnus Dei e San Cosma, oltre al simulacro della Vergine delle Grazie, che viene festeggiata il 2 febbraio. In stile romanico, è situata nella storica località Pendolo, posta poco lontana dal Duomo di Ravello.
  • Chiesa di Santa Maria a Gradillo: chiesa a impianto basilicale, con tre absidi, risalente all'XI secolo.
  • Chiesa di San Giovanni del Toro: chiesa triabdsidata costruita nell'XI secolo. Gemella a quella di Gradillo. Essa è chiamata così sia per l'apostolo Giovanni sia per il "Toro", il precedente nome dell'antico quartiere aristocratico nel quale fu costruita. La chiesa contiene il pulpito Bove databile tra il 1200 e il 1230, incorporato come frammenti di mosaico di bacini Raqqa.
  • Chiesa di San Francesco: di costruzione gotica, ma rifatta nel XVIII secolo secondo lo stile barocco. Annessa al vicino Convento francescano. Qui riposano i resti del Beato Bonaventura da Potenza.
  • Chiesa di Santa Chiara: la chiesa è documentata già nel XIII secolo, ma è stata rimaneggiata nel XVIII secolo. Annessa al Monastero di Clausura delle Clarisse.
  • Chiesa di Sant'Agostino: originariamente costituita in 3 diverse chiese, a Sant'Elia, San Pantaleone (qui era custodito originariamente la sua reliquia, portatavi dall'Asia dai Rogadeo) e Sant'Adiutore. In periodo barocco, le tre chiese furono unite in un'unica struttura da 3 navate dai Frati Agostiniani: l'ex palazzo dei Rogadeo (attuale hotel Bonadies) era infatti divenuto convento agostiniano, mentre sul terreno vicino (attuale hotel Parsifal) sorse un monastero di suore. Oggi la chiesa è monumento ai caduti.
  • Santuario dei Santi Cosma e Damiano: santuario storico, risalente al XIV secolo, in frazione San Cosma.
  • Chiesa di Santa Maria del Lacco: chiesa barocca, attuata in periodo barocco per sovvenire alla mancanza delle chiese che furono unite in quella conventuale di S.Agostino. Fu costruita di fronte alla porta nord di Ravello in un periodo in cui si aveva già la protezione del Regno di Napoli. Questa parrocchia ha il patronato sulla Chiesa di Santa Maria della Pomice a Sambuco.
  • Cappella di Santa Maria della Rotonda: chiesa barocca di origini bizantine, custodisce all'interno una pregevole tela del costaiolo maiorese Gaetano Capone del 1868; da visitare per le sue decorazioni tardo-barocche sulla volta dell'edificio e all'interno della sacrestia.
  • Chiesa di San Martino: chiesa medioevale a 3 navate, poi ristrutturata come barocca.
  • Chiesa di San Trifone.
Positano
MAR Positano (Museo Archeologico Romano) Santa Maria Assunta
Il Museo Archeologico Romano di Positano, inaugurato il 18 luglio 2018, è un sito archeologico musealizzato. Il complesso ipogeo è suddiviso in due cripte e un ambiente della villa romana. Le pareti della stanza affrescata di epoca imperiale costituiscono l’unico esempio di pittura parietale delle ville romane in Costiera Amalfitana. I colori particolarmente brillanti sono una peculiarità del sito. Sono previste ulteriori indagini archeologiche, finalizzate al recupero di altre sale del complesso.

Chiesa di Santa Maria Assunta (Parrocchia)
La storia della chiesa di Santa Maria Assunta è legata all’Abbazia benedettina di Santa Maria che, secondo la tradizione fu eretta in seguito all’arrivo dell’icona bizantina della Madonna Nera, oggi collocata sull'altare principale. L’aspetto attuale risale ai lavori compiuti tra il 1777 e il 1782, e ai restauri degli stucchi e delle dorature eseguiti il secolo successivo. Altri lavori importanti si datano al 1982 per adeguarsi alle esigenze della riforma liturgica del Concilio Vaticano II.

Il sagrato è delimitato a nord dal campanile e a est dalla nuova facciata della chiesa in marmo. La torre campanaria fu riedificata nel 1707 ad opera di uno sconosciuto frate cappuccino ricordato in un frammento di lapide (attualmente murata sulla parete esterna della chiesa, lungo Via Rampa Teglia). Al disopra della porta è incastonato un bassorilievo di epoca medioevale raffigurante una pistrice e sopra di esso una lapide posta nel 1902 a ricordo del positanese Flavio Gioia, leggendario inventore della bussola, che dà il nome alla piazza. Grazie al fascino della Chiesa Santa Maria Assunta molti giovani coppie scelgono Positano come luogo per celebrare le nuove nozze.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Chiesa Nuova)
Situata nella zona alta del paese, la Chiesa Nuova domina il quartiere che prende il suo nome. Non si conoscono le origini ma è noto che fu ricostruita su una precedente Cappella del XI sec., forse dedicata al SS. Sacramento. Le sue caratteristiche distintive attuali come la sua forma ellittica, la copertura a cupola, gli ampi finestroni, che permettono un'illuminazione naturale, nonché il pregiato pavimento in maiolica con decorazione fitomorfa, risalgono ai restauri del ‘700. Rappresenta uno dei principali monumenti del periodo barocco realizzati a Positano e in Costiera. In questa Chiesa si festeggia solennemente la Madonna delle Grazie, la prima domenica di luglio.

Chiesa di Santa Margherita (Fornillo)
La piccola cappella è stata edificata per volere della Famiglia Porcelli, come indica un’epigrafe in marmo ancora visibile sul lato destro della facciata. La pianta è quadrangolare e la copertura è a volta a botte lunettata, decorata con dischi in maiolica con croci. Il pavimento ben conservato è di maiolica con motivi floreali, in alcuni tratti interrotto dalla botola per l’accesso alla terra santa e da due lapidi. Sull’ingresso vi è la cantoria con l’organo e la santa patrona si festeggia il 20 luglio.

Chiesa di Santa Caterina (Punta Reginella-Fornillo)
La chiesa è stata ricostruita a cura degli abitanti del rione in seguito alla sua demolizione, avvenuta a causa della costruzione di Via Pasitea, negli anni trenta. Si discosta dalle altre chiese del paese poiché si ispira allo stile neogotico. Presenta una copertura ad archi acuti incrociati e conserva ancora gli originali altari Settecenteschi in ricchi marmi policromi. La cappella, dedicata a S. Caterina d’Alessandria Vergine e Martire, che si festeggia il 25 Novembre, fu eretta anticamente da mercanti marittimi che commerciavano in tutto il bacino del Mediterraneo, fu restaurata dalla famiglia Cinque.

Chiesa di San Giacomo (Liparlati)
La chiesetta è visibile dal centro storico per il suo campanile terminante con guglia a cipolla maiolicata, che l’ha resa protagonista in diversi dipinti raffiguranti Positano. Fondata dalla Famiglia Parrata, presenta una sola navata con copertura a volta lunettata e quattro oblò che permettono di lasciar entrare la luce esterna. Il pavimento Settecentesco, consunto dal tempo riportata i simboli dei pellegrini che si recavano a Santiago de Compostela: il bordone col nodo al centro, la conchiglia e la mantella. L´Apostolo si festeggia solennemente il 25 Luglio, con la suggestiva processione attraverso le stradine del rione.

Chiesa del SS. Rosario (Mulini)
La Chiesa della Madonna del Rosario, situata in Piazza dei Mulini, è priva di campanile e ha un’origine molto antica. Fu parte del complesso domenicano fondato nel 1614, soppresso nel 1652 da papa Clemente X. Così la chiesa, spogliata di gran parte dei suoi tesori, fu trasformata in tribunale. In seguito, restituita al culto, divenne sede della congrega del SS. Rosario. Dopo il crollo della Sacrestia a causa del terremoto del 1980, la Chiesa è stata ancora una volta interdetta al culto e finalmente riaperta nel 2006. Si compone di un'unica navata rettangolare con volta a botte. Il portale in tufo è riccamente scolpito e sulla sommità è collocata una finestra in vetri policromi di moderna fattura raffigurante "l´Annunciazione". All’interno vi sono alcune lapidi sepolcrali e, nella zona presbiteriale, conserva un sarcofago romano di incerta provenienza, raffigurante un corteo danzante. Al centro dell´altare, in una nicchia, è custodita la statua ottocentesca della Madonna del Rosario, che si festeggia solennemente il 7 Ottobre.

Chiesa di San Giovanni (Via San Giovanni)
Citata dalle fonti come “S. Giovanni de Pastinielloseu trabucco” è una piccola chiesa costruita tra le scale. Al suo interno è possibile ammirare un dipinto raffigurante il “Battesimo di Cristo”, recentemente restaurato, e l’originale altare in stucco, un tempo coperto da un altro realizzato in marmi policromi con motivi vegetali ed al centro culminante con la figura stante di S. Antonio di Padova. La dedicazione a S. Giovanni Battista, il pavimento decorato con la rosa dei venti ed il particolare paliotto, inducono a credere che, in origine, detta chiesa sia stata fondata dall’Ordine degli Ospedalieri, fondato da fra Gerardo Sasso di Scala, divenuto poi Sovrano Ordine Militare di Malta, che aveva come protettore S. Giovanni Battista, cui dedicarono molte chiese. Sulla parete frontale della sacrestia è murata una antica urna cineraria, adibita in passato a lavacro. Vi è rappresentata la deposizione di un giovane, che potrebbe anche essere la trasposizione del Cristo, retto da due figure maschili. In questa Cappella si celebrano il triduo e la solennità della Natività di S. Giovanni Battista, il 24 giugno, e la memoria del martirio del Precursore, il 29 agosto.

Chiesa di San Matteo (Via Monte)
La Chiesetta di San Matteo si inserisce così armoniosamente tra le case del contesto edificato che si fa quasi fatica a riconoscerla, soprattutto per le sue piccole dimensioni e la semplicità della facciata esterna, priva di elementi decorativi. Non si conosce l’epoca della sua fondazione, ma è attestata come una delle chiese più antiche di Positano. La prima notizia risalirebbe al 1671, quando la chiesa era beneficio del vescovo di Lacedonia, Mons. Girolamo Campanile. Le pareti sono ornate con stucchi a rilievo e lesene. Da una prima lettura delle forme architettoniche prevalenti si può dedurre che i lavori di restauro furono eseguiti dagli stessi artisti, decoratori e maestranze che operarono a Positano nello stesso periodo. Analoghi particolari emergono nei tre angeli in stucco simili a quelli posti nella navata centrale della Chiesa dell’Assunta e della Chiesa di Santa Margherita.

Chiesa di San Pietro (Laurito)
La Cappella della frazione “Laurito”, dedicata a S. Pietro, fu edificata nell’800 da Filippo Talamo nella parte alta dopo il crollo della precedente più prossima alla spiaggia di Laurito. E´ a pianta rettangolare ad una sola navata. Caratteristico l’abside in vetro che lascia una splendida vista sul mare. Al di sopra dell´arco dell´abside un dipinto rappresenta l´Immacolata e S. Pietro con il caratteristico sfondo di Laurito. Sulle pareti laterali si ammirano i recenti affreschi di Passalacqua che rappresentano rispettivamente la pesca miracolosa e la consegna delle chiavi a S. Pietro. Spettacolare la festa in onore del Santo che si svolge ogni anno il 29 giugno.

Cimitero
Il cimitero di Positano è situato in una zona panoramica, nel quartiere Liparlati, sul medesimo costone roccioso su cui sorgono gli abitati di Montepertuso e Nocelle. Il luogo racchiude un fascino particolare: la stradina che conduce al monumento è punteggiata da ville nobiliari ottocentesche caratterizzate dalle pregevoli architetture e dal cimitero si ha un'ampia vista sull'intera Costiera Amalfitana e Penisola Sorrentina, fino a riuscire a scorgere, nelle giornate più limpide, i Faraglioni di Capri. L'ultima parte della via è denominata "Via Stefan Andres" in quanto lo scrittore, originario di Treviri, visse a Positano ed in particolare nel quartiere per un lungo periodo assieme alla sua famiglia. Al centro dell'area sorge una piccola cappella con volta a botte, dalle forme semplici e quasi del tutto priva di decorazioni. Le tombe sembrano riprendere la conformazione dell'insediamento positanese: sono disposte su più terrazze e composte da piccole casette bianche, dal tetto a doppio spiovente sormontato da una croce e, spesso, ospitano al loro interno un intero nucleo familiare. Molte sono le sepolture di personaggi stranieri che hanno vissuto a Positano e hanno scelto di rimanervi. Tra i personaggi più illustri si ricorda Essad Bey, scrittore dell'Azerbaijan, la cui deposizione è sormontata da una stele in marmo rivolta verso La Mecca, secondo il rito musulmano; Michail Semenoff, scrittore russo, sepolto assieme alla moglie Valeria Teja; Teodor Massine, padre di Leonide Massine celebre ballerino russo che abitò le isole Li Galli; Ivan Zagoruiko sulla cui lapide è riportata la sua frase preferita: "Come è bello il mondo di Dio"; Mechthild Andres, figlia dello scrittore tedesco Stephan Andres, morta a 9 anni, nel novembre del 1942, per malnutrizione e tifo.

Torri di guardia
Nel Bassomedievo, tutta la costa fu fortificata con torri di avvistamento che sfruttavano la morfologia del territorio. Positano vide la costruzione di alcuni apparati difensivi, ancora oggi visibili dal mare. La torre più antica è quella della Sponda, la quale presenta ancora la forma cilindrica originale, tipica del periodo angioino, e una base con le pareti a scarpata. È databile al XIII sec. quando Roberto d'Artois fortifica la sede della Badia di S. Maria. Collocata a ridosso del centro abitato, svolgeva funzioni di avvistamento. In epoca vicereale, la torre viene adeguata al nuovo sistema difensivo quindi si demolisce una parte della volta dell'ultimo livello per costruire una piazza scoperta sul fronte mare, e vengono aggiunte le tipiche troniere per l'uso di archibugi. Nel 1817 la torre ebbe una prima trasformazione per essere adibita ad abitazione. Attualmente è di proprietà privata. Tra la spiaggia di Fornillo e la Marina Grande erge la torre Trasìta, le cui prime notizie risalgono all'epoca vicereale. Si tratta di una struttura circolare che aveva funzioni di torre di sbarramento. Nel 1817 fu messa in vendita e da quell'epoca è di proprietà privata, subendo negli ultimi anni diverse trasformazioni che ne hanno stravolto l'edificio. Situata all'estremità della spiaggia omonima, la torre di Fornillo sorge su uno sperone roccioso a picco sul mare. È una torre di sbarramento realizzata nel periodo vicereale con una pianta che si adatta alla conformazione del territorio. Ormai rudere, nel 1909 fu acquistata dallo svizzero Gilbert Clavel, che l'ha ricostruita rispettando la particolare forma pentagonale. La torre di Renzo ha funzione di sbarramento ed è appena visibile lungo la costa. Fa parte della rete di fortificazione volute nel periodo vicereale. Fu acquistata nel 1915 dallo scrittore russo Michail NikolaevičSemënov, che possedeva già il vicino mulino sulla spiaggia di Arienzo. Infine, sull'arcipelago de' Li Galli, vi è una torre denominata del Gallo Lungo. La sua funzione è strategica, a controllo sia delle comunicazioni marittime sia della baia di Positano. La costruzione risale all'epoca angioina, quando Pasquale Celentano chiese il permesso di costruirla a sue spese. Nel 1922 Léonide Massine acquistò l'arcipelago, trasformando la costruzione in abitazione.

B&B Decumano Massimo
Corso Resina, 181 - 80056 Ercolano (Na)
PI e CF: 09215981219
Email: decumanomassimo.herculaneum@gmail.com
Telefono: 3519270638 - 0817771639